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48 ÉTUDES OU FANTAISIES POUR HARPE
Davide Burani, arpa
François-Joseph Dizi nacque a Namur il 14 gennaio 1780; era figlio di un professore di musica, che fu l'unico artefice della sua formazione giovanile, improntata a studi musicali severi e rigorosi. L’arpa era il suo strumento prediletto, malauguratamente però a Namur non c’era nessun maestro che gli potesse insegnare a suonare, quindi il giovane Dizi fu costretto a studiare l'arpa da autodidatta. Aveva appena compiuto sedici anni quando concepì l’idea di recarsi in Inghilterra. In Olanda dunque si imbarcò, ma giunto in un porto dove il battello fece scalo, mentre stava passeggiando sul ponte del bastimento improvvisamente vide un marinaio cadere in mare e, spinto da un moto d’umanità, si precipitò a soccorrerlo, pur non sapendo nuotare. Perse conoscenza e, quando fu di nuovo in sé, e i suoi abiti furono asciutti, tentò di ritornare al vascello, ma non ne ricordava il nome, e quello nel frattempo aveva ripreso la sua rotta, senza che nessuno si fosse accorto del suo incidente, portandosi via la sua arpa e i bauli che contenevano i suoi abiti, le sue lettere di raccomandazione e il suo denaro. I pochi denari che aveva in borsa gli permisero di arrivare a Londra, con la vana speranza di ritrovare il suo battello; si trovò dunque in questa grande città senza risorse e senza conoscere nessuno. Dopo qualche settimana trascorsa in situazione penosa, per puro caso passò nei pressi di una casa ove sentì suonare l’arpa: bussò, spiegò la sua situazione ai padroni di casa e si offrì di suonare per loro. La casa era di Sébastien Erard, il celebre costruttore di arpe e pianoforti, che apprezzò il talento del giovane Dizi, comprese che aveva un avvenire e lo aiutò a trovarsi una posizione decorosa nel mondo, procurandogli degli allievi. Ben presto così divenne l’arpista più rinomato di Londra e per oltre trent’anni godette in Inghilterra di una brillante reputazione come arpista, compositore e insegnante. La sua attività forse meno nota fu quella di innovatore per quanto riguarda la costruzione dell’arpa: l'Arpa perpendicolare da lui ideata aveva la peculiarità di avere il modiglione fessurato, con le corde fissate al suo interno, ove trovava posto anche la meccanica per produrre le alterazioni. Dizi giunse a Londra nel 1796 e vi trovò un ambiente culturale influenzato dalla presenza dei numerosi intellettuali e musicisti francesi che vi si erano rifugiati dopo la Rivoluzione; l'arpa era uno strumento molto apprezzato e molto presente nei programmi dei concerti e nell'editoria musicale, grazie anche alla presenza a Londra di tre dei più grandi arpisti di tutti i tempi, Madame Krumpholtz, il visconte Marie-Martin Marcel de Marin e Robert Charles Nicolas Bochsa con i quali Dizi fu certamente in contatto, come testimonia ad esempio il frontespizio della sua sonata in re minore, che recita: «A / Sonata / For the / Harp / As Composed for (& Performed by) / Madame Krumpholtz, / By / F. DIZI» (Una sonata per arpa così come composta per -ed eseguita da- Madame Krumpholtz). Sappiamo inoltre che Dizi e Bochsa talvolta suonavano in duo, una combinazione oltremodo interessante, visto che il primo era famoso per il bel suono e l'eleganza, mentre il secondo per la facilità tecnica e l'irruenza nel modo di suonare. Ma la rivalità fra i due si legge anche fra le righe dei programmi dei concerti londinesi: nella stagione del Covent Garden del 1821 il direttore Bishop impiegò un ensemble di dodici arpe guidate da Dizi, mentre Sir George Smart al teatro di Drury Lane ne impiegò tredici, dirette da Bochsa. Nel 1808 lo scandalo fece la sua comparsa nella vita di Dizi: fu infatti coinvolto (come parte attiva) in una causa per adulterio fra il signor Richard Campbell Bazett e sua moglie Margaret, che terminò col divorzio; il 21 giugno dell'anno successivo Dizi e Margaret convolarono a nozze nella chiesa di St. Marylebone. Fra i testimoni del matrimonio vi fu il celebre pianista Johann Baptist Cramer, uno dei più cari amici di Dizi, così come suoi amici ed estimatori furono Muzio Clementi, Ignaz Moscheles, Josef Wölfl, che gli dedicò un duo per arpa e pianoforte, Friedrich Kalkbrenner, che firmò insieme a lui un altro duo per arpa e pianoforte e con lui fece una tournée in Germania nel 1823, e Federigo Fiorillo, che nel 1810 pubblicò un volume di 72 studi per arpa a lui dedicato. Un nuovo scandalo investì la vita privata di Dizi nel novembre del 1823, quando in casa sua si suicidò la giovane Caroline Welch, ingerendo una cospicua dose di arsenico. La ragazza aveva solo vent'anni e conviveva con lui da cinque; l'inchiesta stabilì che era depressa in seguito all'abbandono da parte del suo amante e che in preda al delirio aveva commesso il folle gesto. Malgrado la sua accidentata vita privata, la carriera di Dizi continuò a prosperare e nel 1827 uscì il suo metodo intitolato Ecole de Harpe, contenente tutti i precetti della sua scuola arpistica, che si possono riassumere nei seguenti punti: avere una posizione della mano che consenta la miglior produzione del suono; rendere le dita delle due mani completamente indipendenti; acquisire pulizia e facilità tecnica; avere dei principii universali secondo i quali scegliere le diteggiature. La posizione della mano raccomandata da Dizi prevede che il pollice sia allungato verso l'alto e le altre dita tenute ben rotonde. Per quanto riguarda la scelta delle diteggiature, il principio fondamentale da lui adottato è quello di compiere il minor numero possibile di spostamenti della mano: di qui la necessità di sviluppare forza, agilità e indipendenza di ciascun dito. A tale scopo sarà inoltre indispensabile prestare una attenzione particolare alla preparazione delle dita in anticipo, in modo da avere sempre un buon appoggio della mano senza tuttavia interferire con la vibrazione delle corde già pizzicate: per questo motivo Dizi proibisce espressamente l'uso della tecnica dello strisciato, che nella sua visione comprometterebbe la stabilità della mano. Negli stessi anni vedevano la luce le 48 «fantasie o esercizi», originariamente pubblicate in quattro volumi di dodici pezzi ciascuno. Si tratta di brevi composizioni stilisticamente molto diverse dai brani più ampi di Dizi, come ad esempio le sonate, che presentano una scrittura arpistica abbastanza tradizionale. Qui l'ispirazione invece è molto più libera, la scrittura è quasi sempre polifonica, e il fatto che ogni «esercizio» sia incentrato su un particolare aspetto tecnico esecutivo non toglie nulla all'invenzione musicale, che ricorda certe forme pianistiche brevi come quelle adottate ad esempio da John Field. Il valore didattico di questi studi è stato riconosciuto universalmente, come dimostrano le loro numerose ristampe pubblicate sia in Inghilterra che in Francia, oltre alle revisioni effettuate da altri importanti arpisti, come John Thomas, Luigi Maria Magistretti e Alphonse Hasselmans (edizione usata per la presente registrazione). Nel 1830 Dizi lasciò Londra per Parigi ed entrò in società con Pleyel, che produsse arpe fino al 1855. Le arpe Dizi-Pleyel sono rarissime: alla morte di Camille Pleyel, la direzione della ditta passò a suo genero, Auguste Wolff, che decise di cessare per sempre la produzione delle arpe; per dare un peso ancora maggiore alla sua decisione, il signor Wolff fece bruciare nel cortile della fabbrica tutte le arpe (in costruzione e finite), mandando in fumo più di centomila franchi. Ma la ditta Pleyel avrebbe avuto ancora a che fare col mondo dell’arpa: il successivo direttore dell’azienda fu infatti Gustave Lyon, l’inventore dell’arpa cromatica a corde incrociate. A Parigi Dizi strinse amicizia con il giovane Fryderyk Chopin, un grande estimatore degli strumenti costruiti da Pleyel, e insieme i due fecero un viaggio in Belgio nel 1833. François Joseph Dizi morì a Parigi nel novembre del 1840.
Anna Pasetti
François-Joseph Dizi was born in Namur on January 14, 1780; he was the son of a music professor, who was his sole mentor during his youth training, marked by severe and rigorous musical studies. The harp was his favourite instrument, but, unfortunately, there was no teacher in Namur who could tutor him, so the young Dizi was forced to study the harp as a self-taught. He had just turned sixteen when he conceived the idea of going to England. Therefore, he embarked in Holland, but when he arrived in a port where the boat made a stop, while he was walking on the deck of the ship he suddenly saw a sailor falling into the sea and, driven by compassion, rushed to rescue him, even though he could not swim. He fainted and, when he regained consciousness, and his clothes were dry, he tried to return to the vessel, but he did not remember its name; in the meantime the ship had resumed its course, without anyone having noticed his accident, taking away his harp and the chests that contained his clothes, his letters of recommendation and his money. The little cash he still had in his bag allowed him to get to London, with the vain hope of finding his boat; therefore, he found himself in this great city without resources and without knowing anyone. After spending a few weeks in such a painful situation, by pure chance he passed near a house where he heard a harp being played: he knocked, explained his situation to the owners of the household and offered to play for them. The house belonged to Sébastien Erard, the famous manufacturer of harps and pianos, who appreciated the talent of the young Dizi. Erard understood that he had a future and helped him find a decent position in society, providing him with students. Dizi soon became the most renowned harpist in London and for over thirty years he enjoyed a brilliant reputation in England as a harpist, composer, and teacher. His perhaps lesser-known activity was that of an innovator as regards the construction of the harp: the Perpendicular harp he designed had the peculiarity of having a fissured neck, inside which the strings were fixed and the mechanism to produce chromatic alterations was hosted. Dizi arrived in London in 1796, where he found a cultural environment that was influenced by the presence of the numerous French intellectuals and musicians who had taken refuge there after the Revolution; the harp was a very popular instrument and very much present in concert programs and in music publishing. This was also due to the presence in London of three of the greatest harpists of all times: Madame Krumpholtz, Viscount Marie-Martin Marcel de Marin, and Robert Charles Nicolas Bochsa. Dizi was certainly in contact with them, as evidenced, for example, by the frontispiece of his sonata in D minor, which reads: «A / Sonata / For the / Harp / As Composed for (& Performed by) / Madame Krumpholtz, / By / F. DIZI». We also know that Dizi and Bochsa sometimes played as a duo, an extremely interesting combination, given that the former was famous for his beautiful sound and elegance, while the latter was famous for his technical ease and impetuous playing. Nonetheless, the rivalry between the two is visible in the concert programs issued in London: in the Covent Garden season of 1821, director Sir Henry Bishop employed an ensemble of twelve harps led by Dizi, while Sir George Smart at the Drury Lane Theatre employed thirteen, led by Bochsa. In 1808 a scandal occurred in Dizi's life: he was involved (as an active party) in a lawsuit for adultery between Mr. Richard Campbell Bazett and his wife Margaret, which ended in a divorce; on June 21st of the following year Dizi and Margaret got married in St. Marylebone's Church. Among the witnesses of the marriage was the famous pianist Johann Baptist Cramer, one of Dizi's closest friends. Besides him, other notable names among Dizi’s friends and admirers include Muzio Clementi, Ignaz Moscheles, Josef Wölfl, who dedicated to him a duo for harp and piano, Friedrich Kalkbrenner, who composed with him another duo for harp and piano and toured Germany with Dizi in 1823, and, finally, Federigo Fiorillo, who published in 1810 a volume of 72 studies for harp dedicated to him. A new scandal affected Dizi's private life in November 1823, when the young Caroline Welch committed suicide in his house by ingesting a substantial dose of arsenic. The girl was only twenty and had lived with him for five years; the investigation established that she was depressed following the abandonment by her lover and that, in a fit of delirium, she had committed the insane action. Despite his troubled private life, Dizi's career continued to flourish and, in 1827, his method entitled Ecole de Harpe was published. The work contains all the principles of his harp school, which can be summarized in the following points: having a hand position that allows the best sound production; making the fingers of the two hands completely independent; acquiring clearness of sound and technical ease; having universal principles to apply upon choosing the fingerings. The hand position recommended by Dizi establishes that the thumb should be stretched upwards, while the other fingers should be kept well rounded. Regarding the choice of fingerings, he adopted the fundamental principle of making the least possible number of hand movements: hence the need to develop the strength, agility, and independence of each finger. For this purpose, it is also essential to pay particular attention to the preparation of the fingers in advance, since this allows to always have a good support of the hand without interfering with the vibration of the strings already plucked: for this reason Dizi expressly forbids the sliding of a finger from a string to another, which, in his view, would compromise the stability of the hand. During the same years, the 48 «fantasies or exercises» came to light, originally published in four volumes of twelve pieces each. These are short compositions which are stylistically very different compared to the more extensive pieces by Dizi, such as the sonatas, that are composed by employing a fairly traditional harp writing. Here, the inspiration is much freer, the writing is almost always polyphonic; the fact that each «exercise» is focused on a particular aspect of the playing technique does not detract from the musical invention, which resembles that of certain short piano forms, such as those adopted by John Field. The didactic value of these studies has been universally recognized, as evidenced by their numerous reprints published both in England and France, and by the revisions made by other important harpists, such as John Thomas, Luigi Maria Magistretti and Alphonse Hasselmans (which is the edition used for this recording). In 1830 Dizi left London for Paris and entered into a partnership with Pleyel, who produced harps until 1855. Dizi-Pleyel harps are very rare: following the death of Camille Pleyel, the management of the company passed to his son-in-law, Auguste Wolff, who decided to cease the production of harps forever; to give even greater weight to his decision, Mr. Wolff had all the harps (under construction and finished) burned in the courtyard of the factory, sending more than a hundred thousand francs up in smoke. Nonetheless, the Pleyel company was, later on, once again involved with the world of the harp: the next director of the company was, in fact, Gustave Lyon, the inventor of the cross-strung chromatic harp. In Paris, Dizi befriended the young Fryderyk Chopin, a great admirer of the instruments built by Pleyel, and the two travelled together to Belgium in 1833. François Joseph Dizi died in Paris in November 1840.
Anna Pasetti
(trad. Morgana Rudan)